In questa recensione parliamo della stampante 3D Anet A8, sicuramente non brillante per innovazioni particolari ma diffusissima, anche grazie al prezzo di vendita estremamente competitivo.

Anet A8

Abbiamo recensito le 2 stampanti simultaneamente perché estremamente simili, le uniche differenze che ci sentiamo di segnalare sono la maggiore area di stampa della Anet A6, area di 22x22x25 cm, rispetto ai 22x22x24 della Anet A8.
Queste stampanti hanno una folta schiera di sostenitori, perché nonostante siano costruite a budget ridotto sono tutto sommato ottime macchine.

Oggi, in questa recensione, vi vorrei raccontare la mia esperienza con la conosciutissima, economicissima stampante 3D Anet A8.

Lo shock di una stampante 3d Anet A8 in kit

Una volta aperto il pacco il primo pensiero è stato: “Ma chi me lo ha fatto fare? Ed ho pure pagato”. La stampante 3D, non solo, viene consegnata smontata ai minimi termini, ma ogni pezzo del telaio è gelosamente protetto da una pellicola marroncina adesiva su le due facce dei pezzi. Ho passato almeno un’ora a togliere quella maledetta pellicola, che puzza non poco. Passato lo sconforto iniziale il montaggio è proseguito senza particolari intoppi, grazie ai filmati contenuti nella memory card in dotazione con un impareggiabile interprete orientale che con la sua leggiadra maestria illustra i vari passaggi.

La parte difficile del montaggio della Anet A8

Le dolenti note arrivano quando è il momento del setting e regolazioni varie. Asse X? Asse Y? Estrusore? Nozzle? Ritrazione? Bisogna avere molta pazienza e informarsi nei vari gruppi di discussione in giro nel web, in particolare ci sono un paio di gruppi su Facebook pieni di persone disponibili e soluzioni ai problemi più comuni. Personalmente dopo circa un mese ho acquisito i fondamentali per iniziare ad ottenere risultati eccellenti, anche considerando le origini della stampante. Una volta che si riesce a stampare i primi oggetti bisogna mettere in cantiere vari upgrade che saranno in grado, successivamente, di farci ottenere stampe veramente buone.

Ho trovato molto comodo ancorare la mia Anet A8 ad un piano per avere una miglior rigidità e meno vibrazioni in fase di stampa. Mantenere sul piano di stampa un vetro di almeno 3mm tenuto con delle clip da ufficio facilita di molto le operazioni di lavorazione.  Questo fa in modo anche di ottenere una superficie perfettamente piana e non bombata come spesso si presenta il bed in alluminio della nostra stampante. In più spruzzando regolarmente lacca per capelli sul vetro avremo un’aderenza ottimale dei nostri pezzi.

Parte elettrica della Anet

Per quanto riguarda la parte elettrica qui dobbiamo risolvere qualche problemino che potrebbe causarci non pochi grattacapi come cortocircuiti, incendi e altre poco gradite sorprese. vanno cambiati i cavi che portano corrente al piano riscaldato con dei più idonei cavi AWG 16 o 14 o 12  (comunque una ricerca su ebay o Amazon vi risolve il dubbio), sono cavi siliconici che tollerano benissimo le alte temperature ed il movimento, al contrario delle “cotiche” montate di serie. Il lavoro va fatto eliminando il connettore sul piano e saldandoci direttamente i cavi sopra. Non spaventatevi è un’operazione all’apparenza complicata ma che la maggior parte dei possessori dell’Anet supera senza gravi intoppi.

Altra cosa importante è il montaggio di due Mosfet per la gestione dell’accensione e lo spegnimento sia del piano riscaldato che dell’estrusore. Altra cosa inizialmente estremamente complessa, ma che all’atto pratico si rivela essere tutt’altro che complicata. Anche questi si trovano facilmente su ebay o amazon ed il montaggio richiede solo pochi minuti.  Basta infatti seguire lo schema e si fa tutto in pochi minuti.

Dopo un’attenta regolazione e molte stampe sbagliate sono arrivato ad ottenere risultati molto soddisfacenti considerando la spesa limitata.